Chi è stato in India sa bene di cosa sto parlando, sicuramente ne ha mangiate tante e spesso perchè son ottime e sempre diverse, cambiano le verdure, le spezie, le erbe, sono delle frittelle, delle polpette di verdure, non so quale sia il termine corretto. Un piatto tipico, molto comune, impossibile andare in India e non mangiarle!
L’India è un paese splendido, unico, ricco di contraddizioni, colorato, profumato, caotico, rumoroso, indimenticabile.
Per anni pensando a un viaggio da intraprendere l’India non era mai rientrata nei miei pensieri, sicuramente suggestionata dalle immagine televisive di tanti poveri, miseria, fame, poi nel luglio del 2006 per il mio compleanno mi regalarono Shantaram un romanzo non sull’India ma ambientato in India, una storia con intrighi, amore, vicende famigliari, un po’ di thriller.
Ogni pagina pensavo -devo andarci-, proseguendo nel libro ne ero sempre più convinta, detto fatto! Agosto 2007 l’ho trascorso in India, un paese sicuramente duro, con tanta miseria, povertà, spesso la sera tornando in albergo vedevi persone dormire in strada, sdraiati sullo stesso terriccio dove era passata una mucca, un camion, lo scolo di una fogna.
Un paese molto rumoroso, caotico, girare in macchina per le strade di New Delhi è un’avventura, la strada è di tutti, ti trovi in coda a un semaforo fra il pullman, la mucca (animale sacro non si tocca, non si sposta), una bicicletta, un suv e un carretto pieno all’inverosimile.
Il Gange, il fiume sacro, è un crocevia di tutto ma proprio tutto, ho assistito (per caso) a un funerale dove una barca ha trasportato lontano da riva un corpo fasciato in un lenzuolo per poi abbandonarlo alla corrente, la stessa acqua dove lavano i vestiti, bevono gli animali, si lavano corpo e capelli gli indiani, un acqua marrone intenso, tu ne stai lontano per loro è tutto.
Un paese con una forte spiritualità, moltissimi templi, cerimonie religiose con simboli, fiori, preghiere; un paese dai colori forti intensi, a cominciare dai sari delle donne, il loro vestito tipico, splendido, di colori accesi, brillanti, con molteplici sfumature; un paese dove si mangia benissimo, molto vario, verdure, carne, pesce, legumi, pane, zuppe, spezie declinate in ogni modo.
Potrei continuare ore a parlarvi dell’India, mi limito a dirvi andateci, per chi ha pregiudizi, paura, teme un confronto troppo forte con una realtà tostissima, con la povertà, lo sporco, andate comunque, tutti questi elementi ci sono ma se da lontano sembrano un ostacolo quando sarete lì li affronterete scoprendovi più forti di quel che credevate, li supererete godendovi quanto di bello questo immenso paese puo’ regalarvi.
Se volete andarci torno con voi….magari!
Ingredienti:
per circa 15 pakora
165 gr di farina di ceci
1 cucchiaino raso di curcuma
1/2 cucchiaino di peperoncino
1 cucchiaino di garam masala
1 patata piccola
60 gr di cavolfiore
50 gr di piselli
1 cipolla piccola
2 cucchiai di foglie di coriandolo fresche tritate
2 cucchiai di basilico fresco tritato
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
1 spicchio d’aglio
olio per friggere
1 Preparate la pastella setacciando la farina di ceci con la curcuma, il peperoncino, il garam masala, salate e aggiungete 150 ml circa di acqua, dovrete ottenere una pastella abbastanza densa. Coprite e fate riposare una mezzora.
2 Preparate le verdure, lessate il cavolfiore e i piselli nel mentre tagliate finemente la cipolla e la patata.
3 Unite le verdure tutte insieme, aggiungete l’aglio tritato, il prezzemolo, il coriandolo e il basilico, mescolate.
4 Unite le verdure alla pastella mescolando, intanto scaldate l’olio per friggere in una capiente padella antiaderente.
5 Friggete le vostre pakora per almeno 5 minuti girandole di tanto in tanto, dovranno risultate belle dorate.
NOTE: è normale che la forma sia irregolare, se non trovate il coriandolo fresco potete non metterlo, potete omettere l’aglio se temete che si senta troppa, anche se vi assicuro che nell’insieme non lo sentirete, se non avete il garam masala potete creare il vostro mix di spezie da soli, curcuma, paprika, pepe, cumino.
18 Comments
La mia famiglia ai fornelli
1 Aprile 2016 at 11:17non sono mai stata in india, ma deve essere affascinante! per il momento mi gusto queste frittelle!
Elisabetta Lecchini
2 Aprile 2016 at 17:39brava linda, sentirai che bontà!
saltandoinpadella
1 Aprile 2016 at 12:03L’India mi affascina molto ma non ho mai avuto il coraggio di andarci. Ho sempre avuto l’impressione che fosse un posto difficile da gestire girando da soli, senza qualcosa di organizzato. Io sono da vacanze autogestite, mi piace decidere cosa fare e quanto tempo dedicarci, quindi non faccio mai viaggi organizzati. Certo deve essere un luogo straordinario.
Credo di non aver mai mangiato queste frittelline, sembrano molto invitanti, anche perchè io amo molto le spezie.
Elisabetta Lecchini
2 Aprile 2016 at 17:41io son stata con un’amica viaggio fai da te, non abbiamo avuto alcun problema, se è quello che ti preoccupa è fattibilissimo! buona serata!
Su
1 Aprile 2016 at 16:48Ottimi e bellissimo il tuo racconto dell’India. Ci sono stata ma troppo poco e parte del tempo in un ashram, mi manca “il viaggio”. Se mi organizzo ti faccio un fischio!
baci
Elisabetta Lecchini
2 Aprile 2016 at 17:41magari, sarebbe molto tornare!
zia Consu
1 Aprile 2016 at 18:28Non sono mai stata in India ma concordo con te che sia un posto dove ritrovare la propria identità, un viaggio più spirituale che in molte altre parti del mondo, dove puoi toccare con mano una realtà diversa da quella che siamo abituati noi.
Sarei proprio curiosa di assaggiare queste pakora e magari di accompagnarti in uno dei tuoi prossimi viaggi ^_*
Buon we carissima <3
Elisabetta Lecchini
2 Aprile 2016 at 17:42si si un viaggio intenso sotto tutti i punti di vista, magari partire!
Silvia Brisi
1 Aprile 2016 at 22:47Ciao cara!! Non sono mai stata in India, mi affascina tantissimo e so che sarebbe uno di quei viaggi che tolgie il fiato, chissà che un giorno . . . In compenso ho assaggiato quelle deliziose polpette più volte in diversi ristoranti indiani nei miei viaggi e mi piacciono tantissimo! Buon we cara, ti abbraccio stretta e grazie per esserci in questi giorni per me tristissimi.
Elisabetta Lecchini
2 Aprile 2016 at 17:43cara spero tu stia riuscendo a svagarti e trovare serenità, un abbraccione
ipasticciditerry
2 Aprile 2016 at 10:20Queste frittelline non le conoscevo ma mi piacciono di sicuro! In India c’è andato mio fratello, molti anni fa ed è tornato affascinato e turbato. Mi ha raccontato tante cose, di quelle che hai scritto tu. E’ rimasto talmente affascinato che non volevo più tornare a casa. Pensa che è partito con i soldi di una sua liquidazione, con uno zaino in spalla e non ha dato notizie di sè per quasi 60 giorni. E’ tornato, sporco e puzzolente e senza vestiti. Ha regalato tutto a loro … tutt’ora se gli parli dell’India gli si trasformano gli occhi. Deve essere un paese davvero affascinante. Buon fine settimana Lilli, un bacio
Elisabetta Lecchini
2 Aprile 2016 at 17:44si è un paese che colpisce nel bene e nel male, difficile rimanere indifferenti, suscita molte emozioni! un bacione
Chiara
3 Aprile 2016 at 8:34non sono mai stata in India, però queste frittelline mi attirano molto ! Buona domenica !
Elisabetta Lecchini
3 Aprile 2016 at 14:42provale sentirai che bontà!
Lilli
3 Aprile 2016 at 12:26Ho avuto un’esperienza simile a Il Cairo. Al posto delle mucche mettici gli asini carichi di cocomeri o i cammelli, al posto dei SUV delle vecchissime FIAT tirate a lucido con tanto di pellicce sui cruscotti, motorini con 4 o 5 persone sopra + galline in braccio, taxi con mille ammaccature e il clacson di tutti i tipi di suoni.. 🙂
Le frittelline mi intrigano parecchio! Ieri sera uno dei tuoi piatti che ho replicato ha avuto un gran successo!
Elisabetta Lecchini
3 Aprile 2016 at 14:42brava junior, son contenta! prova anche le frittelle!
Fr@
4 Aprile 2016 at 15:16Le conosco, le ho provate a fare anch’io. Sono ottime.
Elisabetta Lecchini
4 Aprile 2016 at 15:19concordo ho già voglia di rifarle!