Browsing Category

Senza categoria

Senza categoria

Sali aromatizzati

sali aromatizzati

Questa credo sia in assoluto l’idea regalo più economica e facile da fare al mondo, un costo ridicolo e dieci minuti di tempo. Per gli amanti di carne e pesce, grigliate, verdure, sono perfetti, anche per chi è a dieta, un sale profumato che regala sapore rende migliore un piatto che vuole essere volutamente privo di salse, intingoli ecc….

Trovo che questa sia un’idea culinaria perfetta anche per un uomo, non che un uomo non apprezzi creme, biscotti, liquori ecc….ma se penso ai miei amici mangiano tutto e finisce lì, del sale aromatizzato lo usano per grigliare la carne, nelle preparazioni a lenta cottura che vedo piacciono tanto a mio cognato, mio fratello e diversi amici.

Penso gli piacerebbe pensare al modo per utilizzarlo al meglio, li vedo molto concentrati sui tagli di carne, comprendere la preparazione della carne, fra cui come insaporirla, le cotture, diciamo che magari a Natale lo regalo a qualche amico e vediamo che ne pensa.

Qua ridendo e scherzando mancano dieci giorni a Natale, dicembre passa in un attimo fra cene, regali, addobbi, scadenze di fine anno, parenti e amici che tornano, siete pronti? Menù stilato? Regali sotto l’albero? Io direi di si, raccontatemi che sono curiosa, buon fine settimana.

 

sali aromatizzati

 

Ingredienti:

per il sale al vino rosso

300 gr di sale grosso

125 ml di vino rosso

per il sale alle erbe:

300 gr di sale grosso

 

sali aromatizzati

1 cucchiaio abbondante di mix di erbe (io rosmarino, salvia, maggiorana, origano ma va bene anche mente, erba cipollina, timo ecc…)

1 Ammollate il sale grosso nel vino rosso per 20 minuti.

2 Scolate il sale dal vino.

3 Tritatelo in un mixer, se vi piace fine tritalo al massimo se no anche poco meno che grosso.

4 Lasciate asciugare in forno caldo a 100 gradi, disteso su una teglia coperta da carta forno, sfornate, lasciate intiepidire e riponete in barattoli, vasetti, dove volete.

5 Lavate e asciugate le erbe aromatiche, tritatele finemente.

6 Unitele al sale, mescolate.

7 In forno caldo a 140 gradi, lasciate asciugare sempre distribuito su una teglia coperta di carta forno, sfornate, lasciate intiepidire e riponete in barattoli, vasi o altro.

Senza categoria

Il profumo dei campi

E’ arrivato il momento di raccontarvi del mio libro Il Profumo dei Campi.

Tutto è nato due anni e mezzo fa quando andai in Umbria a consegnare la somma che riuscii a racimolare organizzando delle cene a casa con amici e amici di amici. Una raccolta fondi a favore delle zone colpite dal sisma.

Una volta lì pensai che fosse necessario fare altro, sentii forte il desiderio di sostenere in qualche modo un territorio fortemente ferito. La prima cosa a cui pensai fu un libro, dopo mi diedi della matta da sola perchè un libro è una cosa seria, non avevo mai fatto niente di simile, ci voleva organizzazione, metodo, tenacia, costanza, idee.

Confesso che nello stesso istante in cui pensai a un libro e contemporaneamente mi diedi della folle, avevo già deciso che l’avrei fatto, non sapevo come ma ero certa che ci sarei riuscita.

Sono stati due anni di lavoro molto impegnativi, da un lato perchè non sono una professionista, costruire una trama, fare in modo che i contenuti fossero coerenti, organizzare un gruppo di lavoro, strutturare capitoli, leggere e rileggere infinite volte, correggere, cambiare, sbagliare, rendersi conto di quante problematiche ci sono, capire in che modo pubblicarlo, divulgarlo, tanti tanti aspetti vanno valutati.

Un po’ perchè parliamo di un territorio che non conoscevo, non c’ero neppure mai stata prima del sisma, raccontare ingredienti e ricette magari sconosciuti, piatti mai assaggiati non è semplice, ci vuole rispetto per la tradizione, cura nei dettagli, bisogna leggere tanto tanto, informarsi, approfondire, entrare in un altro mondo.

L’intento del libro è quello di lasciare una traccia, raccontare una zona del centro Italia poco nota e splendida, non lo dico per dire ma perchè ci sono stata più volte negli ultimi due anni, far conoscere le eccellenze gastronomiche di cui questa area è ricca.

Parliamo di tanti prodotti, non solo il famoso ciauscolo o la lenticchia di Castelluccio piuttosto che l’amatriciana ma anche lo zafferano di Cascia, i marroni di Montemonaco, la mela rosa, il vino cotto di Loro Piceno, i tartufi di Norcia e Amandola, la marotta amatriciana, il guanciale, il pecorino, la roveja, le trote che vivono nel Nera.

E ancora, la birra dei frati di Norcia, la cicerchia, una vasta gamma di salumi, i formaggi, il miele, la pasta artigianale, la patata turchesa, il farro di Monteleone di Spoleto, il mistrà, un liquore.

Un libro che vuole far conoscere questi ingredienti e la terra in cui vengono prodotti, non mancano naturalmente le ricette, note e per conoscitori dei Sibillini, spaziamo da primi piatti corposi a biscotti, da dolci da credenza a tagli di carne particolari, crostini, frittate, creme ecc….

E’ stata un’avventura molto intensa, parecchio difficile, molti sono stati i momenti di sconforto, fatica, dubbi, altrettanti quelli dove prendere decisioni in merito a sponsor, case editrici, costi, diritti di autore; ho dedicato a questo progetto milioni di ore, spulciato centinaia di pagine Facebook, di Comuni, Proloco, Associazioni, giornali, radio, progetti, privati, tutto quello che mi capitava di sentire o in cui incappavo per caso.

Mi sono totalmente immersa in un mondo a me sconosciuto, ho imparato a conoscere la geografia della zona, leggere e ascoltare tante storie, tutte uguali, tutte diverse, difficili, dolorose, strazianti, caratterizzate da tanta forza, tenacia, coraggio, speranza, ho versato molte lacrime di fronte al dramma enorme che è stato il terremoto che se non siete stati in loco non capirete mai.

Non lo capisco neanche io, ci mancherebbe, ma posso assicurarvi che le immagini in tv sono niente rispetto al vedere con i propri occhi chilometri di macerie, case sventrate di cui ancora si vedono  oggetti di uso comune, uno stendino, una bambola, un pensile della cucina aperto, è molto toccante, desolante, lascia atterriti.

Il ricavato di questo libro andrà a favore di progetti o persone nelle zone interessate, sarà mia premura informare tutti coloro che lo acquisteranno in merito ai destinatari della donazione. Per informazioni, curiosità, domande, costi, idee su come/dove divulgarlo scrivetemi.

Senza categoria/ Travel

Puglia: i Cinque Reali Siti

Se siete alla ricerca di un week end all’insegna del relax, la buona cucina, ottimo vino, lente passeggiate immersi nel verde senza tralasciare le bellezze artistiche, i cinque Reali siti fanno al caso vostro; un itinerario rilassante, da vivere senza fretta godendosi tramonti splendidi, la raccolta delle olive, una visita in cantina, la parlantina accogliente degli autoctoni.

I Cinque Reali siti si trovano in provincia di Foggia, comprendono i comuni di Ordona, Orta Nova, Carapelle, Stornara e Stornarella, si tratta di un’area agricola nata verso la fine del 1700 quando i Borboni decisero di colonizzare il territorio per favorire l’incremento della popolazione e un maggior sviluppo dell’agricoltura.

Parliamo di una zona fortemente dedita all’agricoltura, alla produzione dell’olio e del vino, realtà ancorate saldamente al territorio, alle tradizioni, caratterizzata dal voler valorizzare quanto di buono offre la terra e la bellezza della natura.

Una visita che merita assolutamente è quella al Parco Archeologico di Herdonia. Si trova poco fuori Ordona (Contrada Cavallerizza), gli scavi raccontano l’antica civiltà Dauna di cui le prime tracce risalgono al Neolitico. Una guida d’eccezione ci ha accompagnato alla scoperta del sito archeologico che si estende per ventitre ettari (visitabili due), la signora Ambretta.

 

 

I resti della civiltà Dauna sono stati riscoperti intorno agli anni sessanta da un gruppo di archeologi belgi, all’interno sono visibili il Municipio Romano, la Basilica, il Macellum, le botteghe, le terme, le mura di cinta, la via Traiana punto di incontro con la via Eclanense e Venosa, tale snodo rese Herdonia un importante via commerciale.

 

 

Ambretta ci ha illustrato nel dettaglio le mura con gli affreschi, i particolari pavimenti, le colonne, quel che resta di alcune tombe, la porta principale con accanto una serie di torri, i due templi, il foro la piazza della città, un luogo immerso nel silenzio, circondato dal verde intenso che si estende a perdita d’occhio.

 

 

 

Altra tappa il Museo della Civiltà Contadina a Orta Nova, si trova all’interno del palazzo gesuitico che ospita la biblioteca, la sala conferenze e la sala mostre. All’interno del museo troverete oggetti e attrezzi utilizzati nei campi, per spremere le olive, sellare i cavalli, antiche roncole, forconi. E’ riprodotto una camera da letto e la tipica stanza adibita a cucina con una credenza colma di stoviglie, una piattaia, paioli e tanto altro.

Il museo aperto a maggio appartiene al territorio come ci spiega il Presidente, i reperti sono in parte ottenuti da donazioni, in parte sono stati raccolti e catalogati nel corso degli anni, ad oggi viene gestito da volontari che cercano di raccontare le tradizioni contadine, soprattutto alle nuove generazioni.

 

 

Per gli amanti del verde, delle passeggiate e del silenzio consiglio il bosco dell’ Incoronata. Va detto subito  che stiamo parlando della famosa Madonna dell’Incoronata citata spesso da Lino Banfi, i cultori del genere sicuramente ricordano, un luogo ameno dove regna  la pace, una ricca vegetazione e una fauna variegata.

Il bosco si trova a circa dodici chilometri da Foggia, si percorre a piedi senza alcuna difficoltà, è un itinerario adatto a chiunque, è attraversato dal fiume Cervaro, il percorso si snoda fra faggi, roverelle, cipressi, querce, eucalipti, cinghiali, lupi, corvi, diversi rapaci, gli ornitologi se lo segnino come meta interessante.

 

 

Il bosco, che si trova all’Interno del Parco Naturale dell’Incoronata, intorno al 1200 era la riserva di caccia di Federico II oltre che metà di pellegrini diretti al Santuario della Madonna dell’Incoronata. Si narra che nell’aprile del 1001 un pastore di nome Strazzacapra vide apparire la Madonna, stessa sorte toccò a un conte di Ariano Irpino.

 

 

All’interno del Santuario spicca una Madonna in legno  di noce, luogo di culto da parte di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

 

 

Esplorate i Cinque Reali Siti con calma, perdendovi fra le stradine dei paesi, comprando frutta e verdura dalle signore che vendono sull’uscio di casa, per gli amanti del genere a Stornara ammirate i trentadue murales sparsi per il paese realizzati durante la manifestazione Stramurales da artisti internazionali.

Entrate nella chiesetta di Stornarella, se sul vostro cammino incontrerete Don Rosario avrete una guida d’eccezione, fermatevi in un bar qualsiasi a bere un caffè, sicuramente troverete compagnia, osservate le case con lo stendino colmo di panni fuori dalla porta, anche in questa stagione le giornate sono piacevoli, durante le ore centrali della giornata è quasi caldo, motivo in più per camminare, osservare, annusare (arrivano profumi da ogni dove), perdersi in chiacchiere.

 

 

 

 

Prossimamente parliamo di vino, olio e cucina dei Cinque Reali Siti.

Senza categoria

Torta al cioccolato panna montata e ciliegie

torta con cioccolato panna e ciliegie

Sembra una foresta nera ma non lo è, ammetto che l’idea era quella, mi sono messa in rete a trovare ricette della foresta nera, ho trovato seimila versioni, ho sfogliato fra i vari libri che ho, stesso discorso.

Alla fine il tempo è trascorso, non ho capito quale sia la ricetta originale, comunque non avevo il kirsh e quindi me la sono farcita semplicemente con la panna montata, un avanzo di sciroppo delle amarene Fabbri e le ciliegie.

Un signor dolce che ieri sera abbiamo mangiato di gusto, piccola ma per quattro abbondante, scappo che è tardissimo e devo fare tremila cose, vi auguro un felice week end, speriamo rinfreschi!

 

torta al cioccolato con panna e ciliegie

Ingredienti:

per il Pan di Spagna:

80 gr di zucchero

50 gr di farina

30 gr di cacao

3 uova

farina e burro per lo stampo

250 ml di panna fresca

80 gr di zucchero

5-6 cucchiai sciroppo amarene Fabbri (potete usare altre bagne)

ciliegie

 

torta di cioccolato panna e ciliegie

1 Setacciate in una ciotola la farina e il cacao

2 In una ciotola o nella planetaria montate lo zucchero e le uova, devono triplicare il volume, dovrete ottenere un composto chiaro, spumoso, gonfio d’aria, con la planetaria circa 14 minuti a velocità medio/alta (4).

3 Unite con una spatola mescolando delicatamente dal basso verso l’alto la farina, controllate bene che non si formino grumi.

4 Imburrate uno stampo e infarinatelo, l’altezza varierà a seconda dello stampo che utilizzerete, queste dosi sono pensate per uno stampo da 16-18 ma io ne ho usato uno più stretto e alto. Accendete il forno a 180 gradi, mentre si scalda trasferite il composto nello stampo, cuocete per circa 25 minuti, lasciate raffreddare.

5 In una ciotola messa prima in frigo montate la panna con lo zucchero, deve essere ben ferma.

6 Dividete la torta in tre strati uguali, bagnate il primo strato con tre cucchiai di sciroppo, coprite con uno strato di panna, mettete le ciliegie denocciolate. Proseguite nello stesso modo con il secondo strato, in questo ho messo un po’ di sciroppo anche sopra la panna.

7 Coprite l’ultimo strato con la panna e alcune ciliegie, o decorate come preferite, lasciate in frigo almeno due tre ore prima di serivire.

Lievitati/ Senza categoria

Focaccia fiori di zucca acciughe e burrata

foaccia con acciughe burrata e fiori di zucca

Buongiorno, tutti tristi, depressi? In coma post vacanza? post ponte lungo? o per il tempo che dopo due giorni di sole, quanto meno a Milano, oggi sembra novembre inoltrato?

Io devo dire che invece sono energica, sto continuando a sentire o leggere di persone un po’ spente e con la testa ancora in vacanza mentre io sono proiettata sulle tante innumerevoli cose che devo fare, su una settimana che si preannuncia molto intensa con un week end di fuoco, in cucina e non.

Poche chiacchiere che devo appunto mettermi a lavorare, una focaccia da fotografare in un nano secondo per non far sciogliere troppo la burrata, che più si scioglie più inumidisce la pasta, tranquilli se non vi ponete il problema foto non correrete questo rischio perchè si finisce in fretta.

Un abbinamento semplice, noto, che mi piace tanto dove si sposa bene la delicatezza della burrata con il sapore deciso dell’acciuga e il vago amarognolo (non so se esprimermi così sia proprio corretto ma non trovo un altro termine adeguato) dei fiori di zucca, mettici il soffice dell’interno e la croccantezza dei bordi ecco uno sfizio/pranzo niente male.

Io l’ho fatta alta ma potete stenderla su due teglie per averla più bassa o utilizzare meno farina o aumentare i tempi di lievitazione.

 

focaccia con burrat fiori di zucca e acciughe

Ingredienti:

300 gr di farina 00 bio

1 bustina di lievito secco

2 cucchiaini di zucchero

acqua q.b.

sale

olio

100 gr di burrata

1 mazzetto di fiori di zucca

5-6 filetti di acciuga

 

focaccia con fiori di zucca acciughe e burrata

1 Per l’impasto mettete tutto nella planetaria, seguite le istruzioni sulla confezione di lievito secco (versate direttamente il lievito, due cucchiaini di zucchero), aggiungete poco alla volta mentre impastata l’acque e il sale, dovrete ottenere una pasta liscia, omogenea, impastate per una decina di minuti. Se usate il lievito di birra, diluitene 10 gr in acqua tiepida, non mettete lo zucchero, procedete per il resto nello stesso modo aggiungendo il sale, l’acqua poco alla volta.

2 Mettete l’impasto in una ciotola, coprite e lasciate lievitare tre-quattro ore in un luogo caldo e asciutto.

3 Oliate una teglia da forno rotonda (o come volete), stendete la pasta direttamente con le mani (se preferite usate il mattarello), lasciate lievitare ancora una mezzora, nel mentre pulite e lavate i fiori, togliete il pistillo, tamponateli con della carta assorbente.

4 Accendete il forno a 200 gradi, lasciate che si scaldi, infornate la focaccia unta d’olio con un pennello in superficie e spolverata di sale, dopo venti minuti aggiungete i fiori e le acciughe, lasciate cuocere altri dieci minuti circa, dovrà risultare ben dorata.

5 Sfornate e mettete subito tipo ciuffi sparsi qua e là, la burrata, servite subito.

carne/ contorni/ Senza categoria

Dadolata di pollo con pesche e spezie

dadolata di pollo con spezie e pesche

Avrete capito che io adoro questo genere di piatto, l’etnico, l’esotico, l’agrodolce, lo speziato, il mix dolce salato, sapori apparentemente strani, particolari, insoliti di solito mi intrigano e voglio provare subito.

Per me questo è un grande piatto che mi è piaciuto tanto, tutte le spezie insieme con l’arancia, l’aceto, il succo delle pesche e lo zucchero formano una crema densa perfettamente equilibrata dove non spicca o prevale un sapore su un altro, la consistenza è perfetta, il pollo passato nella farina non c’è neanche da dire che è divino.

Venerdì di sole, di caldo, temo stia arrivando e infatti sto organizzando la fuga, per ora è andata benone, serate fresche, notti quasi da copertina, giornate calde ma niente di esagerato, eccessivo, l’estate perfetta, vediamo che succede intanto giugno è finito.

Un giugno in cui si è sposata mia sorella, ho rivisto tante persone che non vedevo da secoli, ho assaggiato le pizze di un nuovo locale, sono stata alla festa dei centocinquanta anni di Tabasco, ho letto un paio di libri, ho sfornato ricette come se non ci fosse un domani, è stato qua mio fratello dieci giorni, sono tornata in un ristorante che boccio e un altro nuovo che promuovo ma le porzioni sono piccole, ho fatto due tre acquisti interessanti, ho dormito troppo poco, ho visto il 90% dei miei amici, miracolo.

Se vi va raccontatemi il vostro giugno intanto buon week end!lce, il mix frutta/dolce con il salato, lo speziato, sono una che si butta, quando vedo una ricetta che mi intriga anche se apparentemente strana, particolare, insolita, la provo.

 

dadolata di pollo con pesche e spezie

Ingredienti:

800 gr di petto di pollo

farina q.b.

sale

4 cucchiai di olio di arachidi

1 kg di pesche gialle

150 ml di succo di arancia

4 cucchiai di zucchero di canna

2-3 cucchiai di aceto

20 gr zenzero fresco

1/2 cucchiaino peperoncino

1/2 cucchiaino cannella

1/2 cucchiaino cardamomo

mezzo cucchiaio di chiodi di garofano

1 Preparate la salsa lavando le pesche, la buccia potete anche tenerla, tagliatele a pezzetti grossolanamente.

2 In una padella antiaderente mettete tutti gli ingredienti per la salsa, accendete a fuoco medio e lasciate cuocere circa 15/20 minuti mescolando di tanto in tanto, deve rapprendersi ma attenzione che si attacchi.

3 Tagliate il pollo a dadini, passatelo nella farina e cuocetelo nell’olio caldo per 6/7  minuti, regolate di sale, deve risultare dorato, servite subito caldo insieme alla salsa.

NOTE peperoncino va bene sia fresco che in polvere, la cannella se volete anche la stecca, aceto bianco no balsamico o mele, cardamomo meglio in polvere.

 

pollo con pesche e spezie

Senza categoria

Cous cous con ceci zucchine e fiori di zucca

cous cous con zucchine fiori di zucca e ceci

Inizia la stagione dei piatti veloci, semplici, economici, con tante verdure, cotture veloci, piatti unici, li adoro, non la pasta fredda che il più delle volte non mi entusiasma ma cous cous, orzo, farro, fregola, ecc….con verdure, pesce, carne, legumi, un po’ di spezie o erbe fresche sono grandi piatti.

Sono quei piatti che prepari con qualsiasi cosa, il fondo di un formaggio, del pesto, un pezzetto di prosciutto, verdure cotte o crude, con basilico o erba cipollina, ceci o cannellini, basta aprire la dispensa e il frigorifero e in pochi minuti è pronto e sazia, ecco questo è fondamentale soprattutto quando fa caldo, impensabile mangiare primo e secondo e talvolta un’insalata al volo anche con due cose dentro non ti toglie la fame.

Inoltre io sono una fan delle verdure estive, buona la zucca, i broccoli, i porri, le coste, cipolle ecc…ma vuoi mettere peperoni, melanzane, zucchine, fagiolini, cetrioli, pomodori, tanto basilico, li vorrei tutto l’anno, idem tanto basilico, ciliege, melone, pesche, albicocche, a me le mele e le arance dopo un mese mi stufano.

Temo di aver già scritto le stesse cose negli anni per cui mi fermo, buon martedì 22 maggio (si già finito quasi maggio).

cous cous con ceci zucchine e fiori di zucca

 

Ingredienti:

per due persone (ma potete variare le quantità a piacere senza problemi)

160 gr di cous cous

4 zucchine medio/piccole

una decina di fiori di zucca grandi

120 gr di ceci freschi o in scatola

2 cucchiai di olio

cous cous con fiori di zucca ceci e zucchine

1 Preparate il cous cous secondo istruzioni, di solito il doppio dell’acqua rispetto alla quantità di cous cous, lasciatelo intiepidire.

2 Lavate le zucchine, togliete le estremità, affettatele a rondelle di medio spessore, in una padella antiaderente scaldate l’olio, dopo qualche istante unite le zucchine, cuocete per circa sette otto minuti.

3 Lavate e pulite i fiori, superati i sette otto minuti di cottura delle zucchine unite i fiori, cuocete altri due tre minuti, le zucchine devono restare croccanti, unite anche i ceci, regolate di sale e pepe.

4 Presentate il cous cous come preferite, io con un coppapasta lasciando la posa circa 5 minuti, altrimenti in un piatto condendo tutto insieme, in un altro stampo.

Senza categoria

Buon Natale

Il post prima di Natale sono anni che non pubblico ricette ma foto del mio Natale, o meglio del mese che prepara a Natale, quello in cui si prepara l’albero, si accendono i fornelli per sfornare biscotti, il profumo della cannella riempie la casa,  nastri rossi e dorati escono dai cassetti.

 

 

Il mese in cui si pensa ai regali per gli amici, i parenti, si fa mente locali sui regali degli anni precedenti, si sorseggiano tazze di te profumato mentre si ammirano bei tramonti (si parlo anche di Milano), le candele aiutano ad abbellire e dare calore alla casa, qualche ramo di abete viene spostato qua e là per i set del blog.

 

 

Dicembre il mese dei ritorni e delle partenze di chi vive lontano e chi parte in vacanza, il mese in cui le calorie spopolano con torroni, pandori, creme, antipasti, cotechini, lenticchie, bollicine e salmone; il mese dei colori accesi, rosso, oro, verde, argento, bianco, il mese per eccellenza dei bambini che vivono il sogno e la magia di Babbo Natale, della letterina, dell’attesa.

 

 

Il mese del freddo, della sperata neve, dei brindisi, degli abbracci, dei biglietti di auguri, dei pensieri a chi sta peggio (che dovrebbero esserci tutto l’anno), delle recite all’asilo, della frenesia nei negozi, del consumismo, delle tovaglie di lino e le posate di argento, dei centrotavola, delle cioccolate calde con panna, di presepi, canzoncine, di stelle di Natale!

 

Buon Natale a tutti voi che mi leggete sempre,ogni tanto, per caso, che tornate, che prendete spunto, che magari non vi sto manco simpatica!

 

Le foto sono fatte con il cell, momenti ripresi al momento, non foto studiate, pensate.

 

 

biscotti glassati al burro e cannella

mud cake di natale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Creme/ DOLCI/ Senza categoria

Orange curd alla cannella

crema spalmabile all'arancia e cannella

Ricetta semplice semplice, buona e profumata per insaporire il panettone, le fette biscottate, una fetta di pane ma anche regalino carino, economico, che si conserva per un paio di settimane.

Arancia e cannella un classicone, ammetto che io e le arance abbiamo un rapporto strano, per esempio mi piace molto la spremuta ma per nulla la marmellata di arance, se amare poi……odio!

I curd si possono preparare praticamente con tutta la frutta, albicocche, pesche, limone, melograno, pere, mele e altro, basta che siano frutti succosi, ecco la banana meglio di no, pensate anche a cachi, prugne, frutti di bosco, fragole, una ricetta sempre uguale per crearne tanti diversi.

Giornata molto piena, corro a immergermi nelle mie attività, buon martedì.

 

crema con arancia e spezia alla cannella

 

Ingredienti:

4 uova

200 gr di zucchero

120 gr di burro

succo di due arance

cannella

 

 

1 Sbattete le uova e lo zucchero in una casseruola fino a ottenere un composto spumoso e chiaro.

2 Spremete le arance e versate il succo sul composto.

3 Unite il burro, mettete sul fuoco medio, mescolate fino a che non si addensa, alla fine unite la cannella quantità a piacere, lasciate intiepidire e trasferite in vasetti, conservare in frigorifero.

 

crema all'arancia e cannella

Senza categoria

Ristorante La Porta di Bologna

Bologna, ristorante La Porta di Bologna, una serata speciale, una location bella ampia calda e accogliente, tre chef, sei mani e tre teste che creano, pensano, elaborano, concretizzano.

Lo chef padrone di casa Cristian Mometti, affiancato dagli chef Massimiliano Poggi e Francesco Brutto, ci regalano una cena unica, particolare, con un mix di abbinamenti particolari, insoliti, una selezione di vini importante e varia.

Le cene sono l’occasione per rilanciare il ristorante, situato nell’hub del quartiere generale Unipol,  come luogo di incontro, di apertura della città a nuove influenze e visioni esterne.

Cominciamo con un tris importante, un’insalata russa molto particolare, senz’altro unica e diversa da qualsiasi altra insalata russa avete gustato sinora, senza contare l’estetica, spettacolare, insieme a questo gioiello uno squisito sformato di porri e baccalà, per me che amo entrambi eccellenti e infine un americano di mela, sicuramente il piatto più singolare, fortemente profumato di mela, dal sapore intenso.

 

 

Come primi, due piatti che solitamente siamo abituati a mangiare come primi piatti e una novità, il piccione. I tortellini di tamarindo fermentato doppia panna e angostura, diciamolo chiaramente fantastici, per me il piatto migliore della serata.

Si prosegue con paglia e fieno prosciutto e piselli, ti aspetti un classicone, le tagliatelle due colori e invece arriva tutt’altro, una piacevole sorpresa dal gusto delicato ma deciso, infine il piccione con castagne e porcini, carne davvero eccellente, che si scioglie in bocca.

 

 

La nostra cena incontra un altro interessante mix di sapori, quello dello topinambur e il cavolo nero, due consistenze diverse, una croccante, una morbida, il piatto una piccola opera d’arte, subito dopo l’anguilla, un pesce poco conosciuto e solitamente gustato sempre nello stesso modo, anche in questo caso quello che ci viene offerto è una sorpresa per gli occhi e per il palato, io avrei fatto volentieri il bis!

 

 

Dulcis in fundo un dolce superbo, cioccolato, gelato di zucca, nocciola, tartufo!

La bellezza di questa piatti risiede nella bontà ovviamente, nell’estetica ma anche e anzi, direi soprattutto, nel lavoro dietro le quinte, nello studio degli ingredienti, delle materie prime, nel desiderio di esplorare contrasti, nuovi abbinamenti, giocare fra il dolce e il salato, la storia di ogni piatto è una storia vera e propria.

 

Bolognesi e non segnatevi questo nome e regalatevi una cena all’insegna del gusto, della bontà, dell’innovazione, il ristorante inoltre è davvero bello, accogliente, ampio ma discreto, c’è una cantina a vista che è la gioia degli amanti del vino.