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Puglia: i Cinque Reali Siti

Se siete alla ricerca di un week end all’insegna del relax, la buona cucina, ottimo vino, lente passeggiate immersi nel verde senza tralasciare le bellezze artistiche, i cinque Reali siti fanno al caso vostro; un itinerario rilassante, da vivere senza fretta godendosi tramonti splendidi, la raccolta delle olive, una visita in cantina, la parlantina accogliente degli autoctoni.

I Cinque Reali siti si trovano in provincia di Foggia, comprendono i comuni di Ordona, Orta Nova, Carapelle, Stornara e Stornarella, si tratta di un’area agricola nata verso la fine del 1700 quando i Borboni decisero di colonizzare il territorio per favorire l’incremento della popolazione e un maggior sviluppo dell’agricoltura.

Parliamo di una zona fortemente dedita all’agricoltura, alla produzione dell’olio e del vino, realtà ancorate saldamente al territorio, alle tradizioni, caratterizzata dal voler valorizzare quanto di buono offre la terra e la bellezza della natura.

Una visita che merita assolutamente è quella al Parco Archeologico di Herdonia. Si trova poco fuori Ordona (Contrada Cavallerizza), gli scavi raccontano l’antica civiltà Dauna di cui le prime tracce risalgono al Neolitico. Una guida d’eccezione ci ha accompagnato alla scoperta del sito archeologico che si estende per ventitre ettari (visitabili due), la signora Ambretta.

 

 

I resti della civiltà Dauna sono stati riscoperti intorno agli anni sessanta da un gruppo di archeologi belgi, all’interno sono visibili il Municipio Romano, la Basilica, il Macellum, le botteghe, le terme, le mura di cinta, la via Traiana punto di incontro con la via Eclanense e Venosa, tale snodo rese Herdonia un importante via commerciale.

 

 

Ambretta ci ha illustrato nel dettaglio le mura con gli affreschi, i particolari pavimenti, le colonne, quel che resta di alcune tombe, la porta principale con accanto una serie di torri, i due templi, il foro la piazza della città, un luogo immerso nel silenzio, circondato dal verde intenso che si estende a perdita d’occhio.

 

 

 

Altra tappa il Museo della Civiltà Contadina a Orta Nova, si trova all’interno del palazzo gesuitico che ospita la biblioteca, la sala conferenze e la sala mostre. All’interno del museo troverete oggetti e attrezzi utilizzati nei campi, per spremere le olive, sellare i cavalli, antiche roncole, forconi. E’ riprodotto una camera da letto e la tipica stanza adibita a cucina con una credenza colma di stoviglie, una piattaia, paioli e tanto altro.

Il museo aperto a maggio appartiene al territorio come ci spiega il Presidente, i reperti sono in parte ottenuti da donazioni, in parte sono stati raccolti e catalogati nel corso degli anni, ad oggi viene gestito da volontari che cercano di raccontare le tradizioni contadine, soprattutto alle nuove generazioni.

 

 

Per gli amanti del verde, delle passeggiate e del silenzio consiglio il bosco dell’ Incoronata. Va detto subito  che stiamo parlando della famosa Madonna dell’Incoronata citata spesso da Lino Banfi, i cultori del genere sicuramente ricordano, un luogo ameno dove regna  la pace, una ricca vegetazione e una fauna variegata.

Il bosco si trova a circa dodici chilometri da Foggia, si percorre a piedi senza alcuna difficoltà, è un itinerario adatto a chiunque, è attraversato dal fiume Cervaro, il percorso si snoda fra faggi, roverelle, cipressi, querce, eucalipti, cinghiali, lupi, corvi, diversi rapaci, gli ornitologi se lo segnino come meta interessante.

 

 

Il bosco, che si trova all’Interno del Parco Naturale dell’Incoronata, intorno al 1200 era la riserva di caccia di Federico II oltre che metà di pellegrini diretti al Santuario della Madonna dell’Incoronata. Si narra che nell’aprile del 1001 un pastore di nome Strazzacapra vide apparire la Madonna, stessa sorte toccò a un conte di Ariano Irpino.

 

 

All’interno del Santuario spicca una Madonna in legno  di noce, luogo di culto da parte di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

 

 

Esplorate i Cinque Reali Siti con calma, perdendovi fra le stradine dei paesi, comprando frutta e verdura dalle signore che vendono sull’uscio di casa, per gli amanti del genere a Stornara ammirate i trentadue murales sparsi per il paese realizzati durante la manifestazione Stramurales da artisti internazionali.

Entrate nella chiesetta di Stornarella, se sul vostro cammino incontrerete Don Rosario avrete una guida d’eccezione, fermatevi in un bar qualsiasi a bere un caffè, sicuramente troverete compagnia, osservate le case con lo stendino colmo di panni fuori dalla porta, anche in questa stagione le giornate sono piacevoli, durante le ore centrali della giornata è quasi caldo, motivo in più per camminare, osservare, annusare (arrivano profumi da ogni dove), perdersi in chiacchiere.

 

 

 

 

Prossimamente parliamo di vino, olio e cucina dei Cinque Reali Siti.

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Spello

Una piccola perla dell’Umbria a pochi chilometri da Foligno (5 km) e da Perugia (circa 30), la chiamano città dei fiori, non a caso le stradine, i piccoli vicoli, i balconi, le porte,  sono colmi di fiori, vasi, piante, un tripudio di colori e profumi.

 

C’è da perdersi per i vicoli, apparentemente tutti uguali ma in realtà diversi, stretti, con archi, con finestre particolari, con scale adornate di piante, con pietre decorate, con scorci panoramici, porte che sbucano quasi all’improvviso, osservate, perdetevi a guardare quanto di bello vi circonda.

Niente macchine o quasi, tanti negozietti carini, tanti localini dove trionfano formaggi e salumi tipici, torta al testo, piatti con il tartufo, difficile scegliere dove sedersi perchè sono tutti carini, caratteristici, particolari, rigorosamente all’aperto in questo periodo.

 

Ci sono alcuni punti panoramici dove ammirare la vallata, si vede in lontananza Perugia, la strada che collega praticamente tutta l’Umbria, Foligno ma soprattutto Assisi che è molto vicina e imponente svetta all’orizzonte, questo da un lato, dall’altro il tripudio degli ulivi, delle colline, Spello si trova ai piedi del Monte Subasio che merita assolutamente di essere visto, in estate regala frescura, altro motivo per cui merita.

Parlare dell’Umbria è difficile, ovunque ti giri trovi bellezza, arte, cultura, natura, gastronomia, storia, un concentrato immenso di unicità, relax, verde, buon cibo, buon vino, paesini, colline, ulivi, vigne, palazzi, vicoli, stradine, se non ci siete mai stati dovete andarci, è un imperativo!

 

 

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Cascia e Norcia

 

Sono stata in entrambi i luoghi ormai tre mesi fa, ho impiegato tanto tempo a pubblicare questo post perchè più “faticoso” degli altri, perchè le immagini che vedete nelle foto le ho ben scolpite nella mia testa e le ho osservate a lungo mentre ero lì.

Da casa, vivo a Milano, ho visto centinaia di servizi sul terremoto, interviste a chi ha perso tutto, inchieste in cerca di colpevoli, lamentele contro lo Stato, il ritardo nei soccorsi, la fatica di ricominciare causa tempi infiniti della burocrazia, la disperazione di chi non sa come ricominciare o ha dovuto stravolgere la propria vita.

 

 

 

 

Quando sei lì è tutto diverso, molto diverso, dico davvero, ti sembra che tutte quelle immagini, servizi, interviste siano “qualcosa” di diverso, falsato, artefatto; quando sei lì è un colpo al cuore, una botta molto forte che ti colpisce in faccia senza possibilità di scappare, di voltarti dall’altra parte.

E’ tutto molto più intenso, vivo, realistico, camminare fra i vicoli dei paesi e ogni pochi metri leggere -zona rossa-, alzare gli occhi e scorgere un campanile messo in sicurezza per pericolo crolli, vedere case crollate, macerie, ristoranti con ancora le bottiglie di vino cadute per terra rimaste lì da quella notte di fine ottobre 2016.

 

 

 

Se è difficile guardarsi attorno, peggio è parlare con le persone, toccare con mano la disperazione, la fatica, il dolore, l’angoscia perchè le scosse non sono mai cessate, sguardi stanchi, provati, invecchiati ma anche tosti, fieri, grintosi, colpisce la voglia di rialzarsi, di non mollare, di riaprire negozi, sistemare case, eliminare macerie.

 

 

 

Gli umbri sono dei guerrieri, non ho sentito nessuno dire -me ne vado-, -sono stanco, non ce la faccio, anche se la fatica è tanta, penso a un ristoratore che mi ha raccontato che il suo ristorante ha subito danni per oltre 500.000, inagibile, dopo sei mesi ancora non aveva potuto neanche rientrarci.

Mi diceva di essere consapevole di dovercela fare da solo, con il sostegno di amici, parenti, privati, debiti perchè nessun’istituzione, ente o quant’altro lo aiuterà, nel dirmelo ero deciso, determinato, motivato.

 

 

 

Concludo dicendo andate, il turismo ha subito un crollo spaventoso anche a molti km di distanza dalla zona colpita, vi parlo per esempio di Assisi dove mi hanno parlato di un calo del 30% di turisti, queste zone possono rinascere in tutta la loro bellezza che è veramente immensa e unica, solo se le persone tornano a popolarle, usufruiscono dei servizi, fanno rivivere i paesi, acquistano i prodotti tipici.

 

 

 

 

Tanti mi hanno detto -abbiamo bisogno del calore delle persone, abbiamo bisogno di condividere-, queste affermazioni mi hanno colpita sin da subito ma ancora di più sentendole ripetere spesso, davvero andateci perchè di bello da vivere, vedere, scoprire c’è ancora tanto, senza contare che la Valnerina è splendida.

 

 

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La bellezza: l’Umbria

La scelta del nome dell’articolo già è stata un parto, mille nomi, frasi, idee poi ho optato per la semplicità così come non scriverò un post preciso e dettagliato di dove potete mangiare, dormire, cosa assolutamente non dovete perdere, queste info le trovate ovunque.

Vi racconterò dell’Umbria seguendo il filo dei pensieri, volevo essere più rigorosa, ho aspettato oltre un mese a scrivere questo post per lasciare sedimentare bene tutte le impressioni, i ricordi, le immagini ma ormai penso di parlarvene così come viene.

Se dico Umbria penso alla meraviglia, grande enorme, immensa meraviglia, c’è tutto, la cultura, il buon cibo, il vino, le città e i piccoli borghi, le cittadine e ridenti paesini, la natura, le colline, la storia, la maestosità ma anche la semplicità.

Penso alla meraviglia della via del Sagrantino nella zona di Montefalco, colline splendide che staresti a guardare per ore, a innamorartene al tramonto ma anche come me a fotografarle in ogni angolatura sotto il sole a mezzogiorno; distese infinite di filari di vite e olivi, cantine una più bella e accogliente dell’altre, amanti del vino non potete, assolutamente non potete non fermarmi e farvi ammaliare da storie bellissime e assaggi sublimi, ho trascorso tre ore da Caprai una cantina celebre ed ero in estasi.

Montefalco piccolo paesino, splendida perla, famosa anche per il ristorante di Giorgione orto e cucina che ho visto camminare per il paese, un insieme di viette, piccoli vicoli, sali e scendi dove a spiccare e a far innamorare sono i dettaglia.

Non perdetevi la cascata delle Marmore a pochi chilometri da Terni, era caldo, primi di aprile ma già in maglietta, la bellezza dell’aria che ti porta l’acqua, sentirla sulle braccia mentre ammiri la portata forte, intensa dell’acqua che sgorga dall’alto, irruenta e maestosa. Inerpicarsi per il sentiero, affrontare molteplici scalini e arrivare in cima, ammirare il panorama della Valnerina così semplice, selvaggia, silenziosa, fermarsi a sentire il suono dell’acqua e per magia assistere a uno scenario unico, l’arcobaleno.

Perugia, un continuo sali e scendi, scale, scalini, scalette, scaloni, sempre ovunque, armati di scarpe comode e allenate il fiato, perdetevi nelle piccole vie dove a conquistarmi son stati i dettagli, le sfumature, i vasi di fiori, le scritte e i disegni sui muri, le erbe aromatiche sparse qua e là, bancali diventati porta tutto. Di Perugia conservo ben impressi i tanti scorci panorami, la vista mozzafiato sulle colline, quel senso di libertà che provi raramente a guardare l’orizzonte dalla città, capitemi abito a Milano.

A Perugia camminate camminate, ammirate la bellezza dell’acquedotto, testa sempre all’insu perchè a restarvi impressa non sarà solo la bellezza dei palazzi e delle chiese importanti, della piazza e del corso principale ma proprio i dettagli, un balcone, un piccolo ponte, una vetrata, il riflesso del sole su un muro, un ombra sulle scale.

Cosa dire di Assisi che non sia già stato detto, esaltato, raccontato? La vera fortuna è stata essere lì un lunedì pomeriggio con poche persone, pochi turisti, un momento di pace e silenzio per gustarmi non solo la celebre basilica ma l’intero paesino, il regno dei dettagli, della cura, delle sottigliezze.

Innamorarsi delle porte, dei vasi di fiori, di come in ogni casa son disposti in modo diverso per grandezza, colore, forma, le porte, i balconcini, i gatti che vagano per i vicoli, i negozietti, molto turistici e non, arroccati un po’ ovunque, sarà deformazione ma ho visto una paio di pasticcerie meravigliose, con delle vere e autentiche chicche.

Godetevi Spoleto al tramonto, anche qua camminate con scarpe comodo e il naso all’insù, arrivate in cima fino alla rocca e lì sedetevi, fermatevi, mentre attorno a voi ci saranno persone con il cane, amanti della corsa, ragazzini che chiacchierano e qualche coppietta, assaporate il tramonto sulle colline, godetevi i campanili che svettano, i colori unici che si creano al volgere della giornata.

Fate un salto a Trevi, paesino piccolo dove perdersi letteralmente fra i vicoli talvolta minuscoli, godere del silenzio assoluto tanto che a tratti ti chiedi se ci vive qualcuno, dove sono, fermatevi in una pizzetta subito all’ingresso del paese, c’è una piccolo osteria dove si mangia bene, economica, piatti ruspanti come una cacio e pepe, bruschette, salumi, all’aperto sotto una piccola tettoia, era inizio aprile ma era come se fosse stato fine giugno per il calore del sole.

Non perdetevi il centro di Foligno, la bellezza della piazza, del duomo, le stradine chiuse al traffico ovviamente piene di negozi ma anche baretti, piccoli locali, ristorantini accoglienti, osservate le case, i palazzi.

Vivete l’Umbria con calma, non fatevi prende dall’ansia di vedere tutto perchè c’è un patrimonio da vedere, ogni paesino e’ una piccola chicca da non perdere e infatti tornerò per andare a Spello, Orvieto, Todi ecc…

Innamoratevi davvero dei dettagli, della lentezza di girare per i vicoli, i borghi, le stradine arroccate, godetevi i pasti perchè in Umbria si mangia divinamente bene e si beve altrettanto bene, quando siete stanchi di storia, cultura, gradini vi accoglierà la magia delle colline. Per me il ricordo più bello, uno dei più intensi, sono le distese di ulivi a Trevi e le colline colme di viti a Montefalco.

Prossimo capitolo, la Valnerina, Cascia e Norcia, un post più difficile da scrivere.

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Lisbona

Lisbona la città delle piastrelle, delle pareti colorate, dei pavimenti particolari, spesso diversi anche a pochi metri di distanza. La città dei sali e scendi, tante salite anche ripide e altrettante discese, la città delle case splendide accanto a quelle abbandonate, fatiscenti, magari in pieno centro.

La città dei pasteis dei dolcetti tipici che costano nulla e son farciti con tanta crema, la città dalle brioches giganti, del Porto, del baccalà preparato in mille salse.

La città del tram numero 28 che si inerpica per stradine strette e ripide, nel mentre pensi -non ce la farà- e ovviamente ci riesce alla perfezione, stracolmo di persone che si sporgono in fuori per fotografare, immortalare ogni angolo di questa splendida città.

Lisbona la città sull’oceano, distese di persone che si rilassano, mangiano, ridono, leggono, corrono lungo il fiume che sfocia nell’oceano, molto affascinante al tramonto, bella anche la zona dove vent’anni fa c’è stato l’Expo, un’area che hanno saputo tenere viva, con negozi, ristoranti, un centro commerciale e la possibilità di camminare lungo l’oceano.

Lisbona la città con la zona di Belem, con il monastero dos Jeronimos che abbiamo visto prima sotto una pioggia torrenziale poi ha smesso ed è uscito il sole, poi ancora pioggia poi sole, una delle nostre giornate è stata interamente funestata da questi sbalzi climatici.

La zona di Belem dove si trova il famoso negozio enorme, con tante sale dove gustare il Pasteis, camminando poco oltre si arriva alla torre dove a causa del forte vento siamo stati investiti da folate di sabbia, pure in bocca. Lì c’è anche una passeggiata lungo il fiume dove ammirare i ponti che collegano varie zone di Lisbona e un piccolo porticciolo.

Spostandosi dall’altra parte della città troviamo la cattedrale, ci si arriva percorrendo una salita nella zona vecchia, zona colma di belvedere, a Lisbona tanti sono i punti panoramici -i miraduro- da cui ammirare la città, l’oceano, i tetti, oltrepassando la cattedrale sempre salendo si arriva al castello visitabile a pagamento, giardino compreso, la zona è piuttosto turistica, lì troverete negozi di souvenir, tazze, piastrelle, riproduzioni del tram e altro.

Non perdetevi in pieno centro la chiesa del Carmo, rovine gotiche scoperchiate, vedrete le strutture archi e colonne ma sopra di voi alzando gli occhi vi sovrasterà il cielo, molto particolare e forse unica nel suo genere, dentro c’è anche un piccolo museo, tutto gratuito.

La bellezza di Lisbona risiede nel girarla a piedi, perdersi nei vicoli, ammirare le case, i panni stesi, la dimensione a tratti da paese, i fiori un po’ ovunque a volte ben curati, altri trascurati; ritrovarsi all’improvviso con panorami mozzafiato da assaporare, in piazze ampie e accoglienti con fontane, panchine, turisti.

Mettetevi comodi al sole lungo il fiume e state lì a osservare l’umanità che passa, famiglie con bambini, amanti della corsa, piccoli artisti che lavorano i sassi, adolescenti  chiassosi, coppiette in cerca di scorci romantici (al tramonto), stormi di gabbiani, la bellezza del fiume al sole, in pieno giorno e al tramonto.

Se non ci siete ancora stati vi consiglio caldamente di organizzarvi e partire, in questa stagione prima del grande caldo, è splendida!

 

 

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A Saint Moritz con il Bernina Express

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Si parte da circa 400 metri a Tirano e piano piano si sale, l’altitudine massima raggiunge i 2200 m, il treno si inerpica sui monti, se osservate con attenzione vedrete bene la pendenza di alcuni tratti.

Il percorso è davvero bello e vario, grandi laghi e piccoli laghi di colori completamente diversi, ghiacciai imponenti ahimè un po’ “spelacchiati” ( ero già stata -in macchina- nel 2009, il Bernina aveva molta più neve); infiniti km di piste ciclabili molto frequentate.

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Ovunque guardi si vede un sentiero, una stradina, un cartello che indica le passeggiate possibili, per gli amanti della bicicletta una specie di paradiso, tanta gente ma gli spazi son talmente ampi che difficilmente ci si intralcia.

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Saint Moritz a essere onesti è un paesino abbastanza bruttino, la vera perla del luogo è la natura, il lago che circonda il paese, le montagne dove fare escursioni in tutte le stagioni, celebri le piste da sci dove si disputano le gare della coppa del mondo, regina di tanti sport.

Il paesino è piuttosto caro, famoso come meta di vip e persone abbienti, ci sono  grandi alberghi, negozi di marchi importanti, stilisti principalmente, girano Ferrari, Porche, non esiste un vero e proprio centro storico, ci sono alcune vie principali, la chiesa, il municipio, poco altro. Per gli amanti di Segantini, il pittore, c’è il museo.

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A meno che non vogliate praticare qualche sport o attività all’aperto vi consiglio di andarci in giornata.

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Rispetto alle informazioni pratiche, costi, orari, fermate e quant’altro, esistono molteplici siti da consultare, una gita bellissima, è veramente affascinante ammirare le montagne da un treno, osservare la varietà del paesaggio davvero mozzafiato, per me che amo molto la montagna splendido.

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Le foto son fatte tutte dal treno in movimento, dimenticatevi cavalletti, scelta di parametri, esposizione migliore e altro, bisogna scattare rapidamente non senza contorsioni, dovete essere pronti in ogni istante ma non disperate, il percorso è uguale sia all’andata che al ritorno, sedetevi nei due lati opposti di sedili per poter riprendere al meglio tutti gli scenari.

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Porto Venere

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Porto Venere si trova in Liguria,  due passi da La Spezia, facilmente raggiungibile in macchina, in autobus ma soprattutto in battello, in circa mezzora, soluzione che consiglio, niente problemi di parcheggio, ottima visuale, fresco, potete scattare foto dal pontile coperto e non!

Porto Venere ha di fronte tre isole, Palmaria, Tino e Tinetto, a pochi chilometri le mitiche  e assai famose Cinque Terre, questi paesini e le tre isole sono stati riconosciuti patrimonio dell’Unesco.

Arrivando in battello subito si rimane affascinati dalle tipiche case dei paesi liguri, strette, alte e soprattutto colorate, rosse, gialle, rosa, azzurro, fotografate all’infinito dai milioni di turisti onnipresenti in ogni stagione dell’anno.

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Appena scesi dal battello tappa granita, la giornata era piuttosto calda, troppo per i miei gusti, attraversato rapidamente il tratto principale di case colorate ci si incammina verso la Chiesa di S.Pietro a picco sul mare, la chiesa non abbiamo potuto visitarla perchè stavano celebrando un matrimonio.

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Salendo verso la chiesa ci sono alcuni punti panoramici particolarmente suggestivi dove ammirare il mare, le calette e i bagnanti che si lanciano dagli scogli; arrivati alla chiesa il punto panoramico salendo le piccole e strette scale è il migliore, da lì si ammira un panorama unico.

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Da un lato Porto Venere, il paese, il porto, la Palmaria e il costante traffico marittimo di battelli, yatch, canoe, barche a vela, catamarani, dall’altra parte il mare aperto di un blu intenso, sulla destra la costa che procede verso le Cinque Terre.

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Scendendo dalla chiesa ci si incammina in una stradina in leggera salita, si attraversa il paese che a paragone del porto, i punti panoramici e la spiaggia pare abbandonato, pochi metri fra carrugi e si arriva al Santuario della Madonna Bianca, una piccola chiesetta in stile romanico, anche qua niente visita, stavano celebrando la messa.

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A pochi passi dalla chiesa si prende una piccola stradina che porta al Castello Doria da cui si ammira uno scenario notevole a 360 gradi, fra cui la Chiesa di S.Pietro vista dall’altro, suggestiva. L’interno del Castello non era possibile visitarlo causa matrimonio cinese.

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Scendendo dal castello si percorrono stradine, scale strette, si scorgono splendide bouganville, casette con orti e verande da invidia, i panni stesi per metri, tipico della Liguria, qualche gatto annoiato che si gode la quiete dell’interno del paese.

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Rapidamente si arriva nella via principale, quella interna non sul mare, ricca di localini, ristoranti, negozi che vendono prodotti tipici dal pesto (piuttosto caro!) ai corzetti, dal vino all’olio, immancabile profumo di focaccia nell’aria anche se dato il caldo il gelato ha dominato fra i vacanzieri.

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Al termine della via si arriva in una piccola piazzetta con qualche albergo e si ritorna alla strada che porta al porto e a una piccola spiaggetta.

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Sempre bella, colorata, variopinta la Liguria con i suoi paesini!

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Bressanone

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Nei giorni precedenti Capodanno siamo stati a Bressanone, comune in provincia di Bolzano, situato a circa 566 m di altitudine nella valle del fiume Isarco. Una piccola cittadine completamente addobbata a festa, parliamo del centro ovviamente, escluso quello non ho notato niente di entusiasmante, normali quartieri residenziali.

Bressanone come altre località del Trentino Alto Adige, è famosa per i suoi mercatini di Natale, casupole di legno permanenti, son presenti per oltre un mese (fine novembre/6 gennaio), aprono la mattina e per tutto il giorno fino alle 19 allietano la giornata dei visitatori e locali.

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Nei mercatini c’è un po’ di tutto, prevalentemente prodotti artigianali, splendidi tutti i dolci, casette di torrone con frutta secca, cioccolato, decorazioni di tutti i tipi, biscotti, ciambelle, cioccolate e molto altro; non manca il vin brulee servito in tazza con cui puoi girare ovviamente riportandola.

Inoltre ci sono pantofole bellissime, palline di Natale decorate a mano di vetro, dei capolavori, oggetti in legno da segnaposto ad addobbi, presepi, alberi; un capitolo a se’ è rappresentato dalle ghirlande da appendere su porte o muri, bellissime, di frutta secca, frutta candite, bacche, fiori, pigne, abeti e mille altri oggetti, tutte diverse, una migliore dell’altra.

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Il polo attrattivo è sicuramente la piazza centrale dove si erge il duomo (chiuso) e appunto i mercatini, bello anche girare per i vicoli stretti, con case caratteristiche per la loro architettura, porte, finestre, vetrate particolari, ovunque molte luminarie, addobbi, una cittadina vestita a festa al 100%.

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Al palazzo vescovile si poteva assistere a uno spettacolo di luci e musica molto bello e suggestivo, il viaggio di Soliman un elefante che percorre il mondo dei sogni attraversando la Cina gli Stati Uniti, l’India; la bellezza dello spettacolo si trova nel gioco di luci proiettate su un muro dove viene narrata la storia, effetti speciali spettacoli, idem luci, colori, dettagli, musiche, pare sia un evento molto apprezzato, seguito, considerato il clou della Valle Isarco.

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Se vi capita di andare in Alto Adige fermatevi a Bressanone per un giro, ne vale senz’altro la pena, carina, suggestiva, soprattutto in questo periodo natalizio, unico neo il cibo, pasticcerie con pochissime prelibatezze, prevalentemente frolle, qualche pasticcino, non ho visto torte, le panetterie simili, poca scelta, e anche al ristorante si mangia bene ma niente di eccelso e i prezzi non son certo economici.

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Inoltre siamo in Italia ma il clima e la parlata son della vicina Austria, gli orari anche, siamo entrati in una caffetteria alle 12.45 ci hanno detto che stavano chiudendo, in pieno centro con una marea di turisti? Strano, stesso discorso al ristorante, mangiato il primo volevamo assaggiare un secondo ma ci hanno risposto che la cucina alle 21.30 chiudeva e bisogna ordinare i secondi con i primi, peccato che nessuno ce l’ha detto.

Buona befana e fine feste di Natale.

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Cremona e le sue bellezze

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Fino a ieri pensando a  Cremona  mi venivano in mente: il torrone, la mostarda, il Torrazzo, la musica e dopo un po’ Ugo Tognazzi. Mica poco ma Cremona è molto di più.

E’ la città della liuteria, di Stradivari e Monteverdi per citarne qualcuno, del museo del violino; del salame Cremona, prodotto IGP, di formaggi eccellenti; della Sperlari, celebre fabbrica nota per il torrone ma anche per le caramelle, dalle Saila alle Dietorelle, senza dimenticare le Galatine che ho sempre amato e la mostarda.

E’ la città della mitica tigre di Cremona, Mina, cantante celebre, di Antonio Cabrini e Gianluca Vialli, del fiume Po, del Battistero, della fabbrica Negroni, del centro del fumetto Andrea Pazienza.

Una città piacevole, a misura d’uomo, con una piazza accogliente ed ampia che ospita il Duomo, il Battistero e il Palazzo del Comune, e ovviamente il celebre Torrazzo; attorno si diramano piccole stradine, fra cui una dove si trova la sede storica della Sperlari, un negozio d’altri tempi con una vetrina dove vorresti entrare e rimanerci a lungo.

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La fabbrica Sperlari è “qualcosa” di affascinante! Insieme alla colonna portante dell’azienda, un simpatico signore di settantanni in fabbrica da 46 anni, abbiamo perlustrato i luoghi dove il celebre torrone prende vita. Abbiamo osservato una colata imponente di torrone entrare all’interno di un macchinario dove veniva compresso circa all’altezza di un centimetro fra due strisce di ostia; queste strisce proseguono lungo un rettilineo fino a giungere a un punto in cui si diramano due livelli dove il torrone viene tagliato in rettangoli di precise dimensioni.

I rettangoli devono essere tutti rigorosamente identici, dopo essere stati tagliati incontrano due operaie che  li smistano su due ripiani (chiamiamoli così ma dubito sia il termine idoneo) dove vengono incartati con una carta dorata e poi richiusi nelle famose confezioni in cartone che tutti conosciamo. Dopo vengono inseriti in vari scatoloni pronti per il magazzino e l’uscita dalla fabbrica.

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Detta così pare qualcosa di semplice ma dal vivo è affascinante vedere tutti i passaggi della produzione, la precisione con cui ogni step viene seguito da un operaio supportato da macchinari tecnologici,  di massima precisione e rispettosi dell’ambiente. Il magazzino è spettacolare, difficile descriverlo, tutto automatizzato, ci sono carrelli che viaggiano percorrendo scaffali alti fino a 26 m per ritirare il lotto che occorre, parliamo di grandi numeri, impressionanti, una macchina perfetta che compie un lavoro complesso.

Una fabbrica di successo, in primis per il torrone che per me è da sempre associato al Natale, non c’è Natale senza torrone che sia tenero alle mandorle o fondente con le nocciole, ma anche per le caramelle Saila, Dietorelle, le mitiche Galatine, marchi acquisiti nel tempo e non dimentichiamo la celebre mostarda con quel sapore piccantino che si sposa perfettamente con la carne.

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Una bella giornata, l’aspetto che mi ha maggiormente colpita è stato l’entusiasmo e la professionalità di tutte le persone che abbiamo incontrato. In primis il sindaco, abbiamo -io e altre blogger- partecipato alla conferenza stampa per la presentazione della Festa del Torrone che si terrà dal 21/29 novembre, grande grinta coinvolgente nel parlare dell’iniziativa e della sua città, dell’importanza dei legami con Expo; ha sottolineato più volte come il successo della festa è dovuto alla forte partecipazione di tutti, una rete di rapporti fitta e importante.

Davvero coinvolgente, una grinta e entusiasmo che contagiano e che non possono che far bene alla città di Cremona, stesso entusiasmo alla Sperlari, le due persone che ci hanno descritto e illustrato storia e processi produttivi molto professionali, con quel senso di appartenenza evidente e orgoglioso tipico di chi si sente parte e lavora ogni giorno a un progetto in cui crede.

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La chiamano estate!

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Oggi niente ricette ma “solo” verde, natura, aria aperta!

Quando leggerete le mie parole sarò in cammino verso un rifugio, dovrei essere già arrivata ma chissà,  sono una di quelle persone che si perde a far foto, guardare fiori, provare funzioni della macchina fotografica o semplicemente mi siedo a guardare il panorama!

Tanti di voi sanno che sto trascorrendo l’estate in montagna, a Ponte di Legno, dove vado in vacanza da sempre, dopo essermi licenziata mesi fa ho deciso di passare luglio e agosto fra i monti per realizzare, o quanto meno tentarci, un progetto di cui parleremo più avanti; inutile dire che sto vivendo questo periodo come un momento di grazia, un vero lusso, un’occasione che probabilmente non mi capiterà  mai più di poter vivere.

Avere a disposizione tanto tempo per me è una sensazione particolare, non mi capitava da tanti ma tanti anni di alzarmi e poter decidere cosa fare, dove andare, se dormire ancora o uscire, leggere o non fare niente, veramente un lusso, ovviamente cerco di sfruttare al meglio le giornate rendendole ricche, dandogli un senso.

Tanti, diciamo pure tutti, pensano che sia tutto rosa e fiori, ti sei licenziata, ti godi tre mesi abbondanti di vacanza, niente sveglie presto, niente caldo cittadino, nessun’incombenza, relazione da consegnare, risposte da dare, non sono neanche a casa mia a Milano (affittata), potrei quasi affermare di non avere nulla a cui pensare.

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Ma non è così, certo sto recuperando tutte le energie, la serenità, il desiderio di investire il mio tempo in “qualcosa” che mi piace, ecc..sensazioni che avevo perso, che per mesi non ricordo neanche dove si siano nascoste, a tratti mi pare di essere rinata, di essermi liberata di un’enorme zavorra, un peso che ormai non creava stress, fatica, svogliatezza, a volte anche rigetto.

Ma c’è un futuro davanti a me da costruire e non è facile, non lo è per nulla, per quanto sia relativamente tranquilla so che il futuro sarà incerto, che forse i semi che sto gettando non daranno frutti, o potrebbero non essere sufficienti per mantenermi, so che potrei ricevere diversi no e ritrovarmi senza niente in mano, trovarmi costretta ad accettare qualsiasi tipo di lavoro e magari non  trovare neanche quello.

Licenziarsi senza un altro lavoro è un azzardo, un rischio, una scelta ponderata, presa con molta testa, seppur lo rifarei inutile dire che il timore del futuro esiste, a tratti il panico vorrebbe prendere il sopravvento e solo la capacità di autocontrollo fa mantenere le acque chete, diciamo che è un gioco di equilibri per nulla ovvi, scontati!

Senza contare che non sono più una ragazzina, i vent’anni son passati da tempo, a dirla tutta oggi son 37 (si è il mio compleanno!!!!), un punto di forza e un punto a sfavore! Vedremo cosa mi riserverà il futuro!

Vi regalo bellezza virtuale mentre io mi assaporo bellezza reale in un rifugio a oltre 2000 m!

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